Ci sarebbe molto da scrivere del lavoro di Lica e Albe Steiner, attivi nella grafica fin dagli anni ’30, tra i pionieri del mestiere in Italia. Ma oggi 25 aprile voglio ricordare attraverso foto, immagini e manifesti, alcune istantanee dal periodo in cui la storia di Lica e Albe, la loro vita e il loro lavoro, hanno finito per incrociarsi con un’altra storia: quella terribile del fascismo e della seconda guerra mondiale.
1943. Lica
Nel 1943 Lica Steiner, assieme al marito Albe, si trova in Val d’Ossola dove partecipa alla Resistenza svolgendo attività di staffetta e stampa clandestina. Ruolo per il quale riceverà la medaglia d’argento dall’ANPI.
Lica è nata Matilde Maria Covo ventinove anni prima a Milano, da famiglia di origine ebrea. Mentre lei e il marito si dividono tra Milano e Mergozzo – lavorando e organizzando la Resistenza al fascismo – il padre e altri due suoi parenti, sfollati anche loro in Val d’Ossola, vengono assassinati in quella che diverrà nota come la strage di Meina.
1924. Albe
Albe Steiner nasce a Milano nel 1913. Conosce la violenza fascista già da giovanissimo quando nel 1924 lo zio Giacomo Matteotti viene assassinato. Di getto, ad undici anni, fa il disegno che vedete qui sotto e che appenderà fuori dell’abitazione dei genitori.
Partigiano con Lica nella Val d’Ossola, nel 1943 è commissario politico comunista della 85a Brigata Garibaldi. Nel 1944 il fratello Mino viene deportato a Mauthausen e successivamente nel campo di lavoro di Ebensee dove morirà nel marzo del 1945.
1938. Licalbe
Nel 1938 Lica e Albe Steiner sono freschi sposi. Artista di formazione lei e autodidatta nella grafica lui, già nell’anno successivo fondano lo studio “LAS Grafica – Foto – Pubblicità” con il quale realizzeranno numerosi progetti, sempre lavorando insieme, al punto da essere chiamati dagli amici Licalbe proprio per il loro essere inseparabili.
Può sembrare paradossale ma proprio alla fine degli anni ’30 e con l’inizio della seconda guerra mondiale a Milano va creandosi un’avanguardia culturale i cui membri sono uniti proprio dall’essere antifascisti. In questo periodo Lica e Albe lavorano tra gli altri con gli architetti Banfi, Belgiojoso, Peresutti, Rogers (studio B.B.P.R.) e con i pittori e grafici Veronesi, Max Huber, Treccani, lo scrittore Elio Vittorini e molti altri.
Ed è forse proprio questa la lezione che possiamo imparare dalle storie di Lica e Albe Steiner: che anche in un periodo in cui le forze, del fascismo e della guerra, sembravano portare inevitabilmente alla divisione, due giovani si uniscono a formare una nuova famiglia. Intellettuali con storie, età e formazioni diverse si ritrovano a sperimentare le avanguardie di un dopoguerra che, in quel momento, possono solo immaginare. Uomini e donne con estrazioni sociali, storie personali e partiti politici differenti si uniscono per liberare e riunificare l’Italia.
Bibliografia e link per approfondire la vita e le opere di Lica e Albe Steiner: